Ad agosto in Italia, si sa, si ferma un po’ tutto. È il momento in cui anche il più incallito e stacanovista degli startupper scende per qualche giorno dal suo prototipo d’impresa per staccare la spina: è arrivato così il “rompete le righe” anche per noi di Improovo. È tempo che le file agli uffici vengano rimpiazzate da quelle autostradali verso il mare, che le sfide imprenditoriali vengano momentaneamente sostituite da quelle più personali, ricreative e sportive. Proprio a questo ultimo aspetto abbiamo voluto dedicare parte della nostra pausa estiva, abbandonando per un paio di giorni parenti, amici ed i gonfiabili dei nostri figli. Da tempo Germano (CEO di Improovo, abruzzese nelle origini e nel sangue) coltivava l’idea di raggiungere la vetta del Monte Amaro, cima più alta del massiccio montuoso della Majella (“Montagna Madre” delle genti d’Abruzzo) e seconda degli Appennini continentali dopo il Gran Sasso. Ipotizzava di farlo nella maniera più affascinante ed intima, pernottando in cima, godendo del tramonto sui monti ad ovest, del luccichio delle stelle, nel buio totale dei suoi quasi 3000mt, delle prime luci dell’alba sul mare che iniziano a dare vita al vasto tratto di Adriatico da lì visibile.
Il desiderio di vedere sventolare il giraffino di Improovo sulla sommità della montagna, di affrontare la sfida (ancora una volta, da startupper) e raggiungere l’obiettivo vivendo questa piccola metafora sportiva, ha fatto il resto: è deciso, si parte.
Un gesto sportivo semplice, ma carico di significati per noi di Improovo, quanto mai lontani dalla pratica agonistica, ma sempre pronti a raccogliere nuovi stimoli, nuovi traguardi da raggiungere. Una iniziativa che ci ha condotto a declinare in un contesto ricreativo i nostri stessi principi e valori aziendali, con settimane di allenamento fisico e preparazione alla fatica, spinti dalla voglia di farcela.
L’itinerario scelto per raggiungere la vetta è quello più noto, con partenza dal Rifugio Pomilio. Da lì si prosegue fino alla base del colle del Block Haus, a quota 2045 m. Superate le fitte formazioni di Pino Mugo si oltrepassano ben due cime oltre i 2600 metri di quota, per giungere, attraverso sterminati altopiani di roccia calcarea e dopo aver percorso quasi 13 km con un dislivello di 1200mt, alla cima più alta della Majella: il Monte Amaro con i suoi 2793 metri. Una salita lunga e faticosa, sebbene a lasciare davvero a bocca aperta siano stati i paesaggi mozzafiato. Un viaggio quasi mistico, tra i giganteschi canyon di roccia calcarea, i branchi di camosci nelle vallate, le tracce dell’antica presenza umana (iscrizioni legate al mondo pastorale e al fenomeno del Brigantaggio, che ebbe in Abruzzo il suo massimo sviluppo intorno alla metà del 1800), i paesaggi lunari in prossimità della vetta. Giunti in cima, a fornire riparo dal forte vento gelido di tramontana ed ai suoi circa 0°, il Bivacco Pelino: una spartana cupola rossa dotata di 10 brande di ferro e legno e priva di qualsiasi altra cosa. Per una notte è stato il nostro albergo a 5 stelle, con una vista indescrivibile a 360° di un tramonto commovente. E’ nel tepore dei suoi pochi gradi sopra lo zero che abbiamo conosciuto altri compagni d’avventura, provenienti da tutta Italia, ognuno con le sue storie di montagna da raccontarsi alla fievole luce di una lanterna, mentre fuori scendeva la notte nera dei 3000 mt. Tutti inconsapevolmente protagonisti di uno dei momenti più intensi di formazione esperienziale della loro vita. Dopo alcune ore di riposo, è già l’alba, è già tempo di rimettersi in cammino e di rientrare ognuno nelle proprie vite, che, lì sotto, ci aspettano.
Di questa esperienza custodiremo gelosamente la gioia di aver raggiunto l’obiettivo, i suoi paesaggi spettacolari e quella sensazione difficilissima da descrivere se non la si è mai vissuta: quella che provi quando sei di ritorno, ormai a pochi metri dalla tua auto, dalla vita moderna e dal suo confort, e qualcosa ti spinge, nonostante le tue gambe non ne abbiano più, a desiderare ardentemente di girarti e risalire, come se oltre i 2500 mt tu abbia scoperto la tua essenza, e lì sia rimasta.
Agosto è un mese importante per uno startupper. Lo puoi passare a lavorare duramente per avvantaggiarti su quelli che si dedicano ai mojito in spiaggia. Oppure lo puoi usare per ricaricare le batterie. Perché di quel piccolo break ne hai bisogno per rifare il punto nell’unico momento che ti prendi dal lavoro.
A noi piacciono le sfide, era naturale che le nostre vacanze estive fossero all’insegna di un’impresa che ci ricaricasse per la corsa verso un autunno ricco di impegni.
E voi come avete investito il mese di agosto? Siete quelli del mojito a bordo piscina o siete come noi?