Come sarà in futuro il mondo del lavoro?

Come sarà in futuro il mondo del lavoro?

Quando si pensa a come e cosa cambierà nel mondo del lavoro in futuro non è raro che si possa essere assaliti da una certa ansia. Viene posta in dubbio la nostra capacità di adattarsi a possibili nuovi scenari, di cambiare di conseguenza le organizzazioni, di valutare gli impatti sulla nostra carriera o sull’azienda che gestiamo. Dimenticando spesso però che l’abilità nel destreggiarsi efficacemente tra i mutevoli scenari dipende quasi esclusivamente da noi, dalla nostra capacità di interpretare, anticipare e adattarsi al cambiamento. Una virtù non banale, tanto è complicato oggi il mondo del lavoro e degli affari in generale.

Rivoluzioni previste e non

Pensiamo alla logistica dell’organizzazione: secondo alcune stime, entro il 2035 la maggior parte delle organizzazioni non disporrà di propri uffici fisici, ma affitterà diversi hub interconnessi affinché i dipendenti (sia dipendenti che collaboratori) possano lavorare e incontrarsi quando ne hanno bisogno. Sul fronte della diversità, ci stiamo dirigendo verso quadro sempre più complesso ed eterogeneo, dove l’esperienza di chi è andato ben oltre l’età pensionabile tipica dovrà integrarsi ed essere a disposizione dei millennial, più velocemente avviati verso posizioni di leadership rispetto a quanto fatto dalla precedente Generazione X. Qualsiasi sia la propria generazione, ci si troverà sempre più faccia a faccia con una diversa serie di modalità di assunzione. La concorrenza per il posto di lavoro non sarà semplicemente locale, ma sarà in tutto il mondo grazie al lavoro virtuale e da remoto, o proverrà dai paesi che diventeranno presto i principali esportatori di talenti qualificati. Tutti gli esperti del settore vedono in futuro gruppi di lavoro di durata sempre più breve, con altissima collaborazione e integrazione uomo-macchina.

Una nuova mentalità “digitale”

Futuro del lavoro

Preparare la forza lavoro al futuro significa anche lavorare sull’alfabetizzazione digitale a prescindere dal dispositivo o software di turno, vuol dire soprattutto allenare il pensiero digitale come strumento per lavorare e comunicare in modo più efficace grazie all’innovazione tecnologica. Ciò richiederà uno sviluppo non tanto nelle capacità tecniche, ma nelle capacità comportamentali. Di fondamentale importanza, secondo il World Economic Forum, sono la risoluzione di problemi complessi, il pensiero critico e la creatività.

Cambieranno quindi inevitabilmente le formule di apprendimento per allinearle maggiormente alle esigenze del mondo digitale odierno: questo non vuol dire solo più formazione tecnica legata al digitale, ma un intero processo di miglioramento delle capacità di vivere, lavorare, pensare e comunicare in una società guidata da internet, social media, ecc. Già due anni fa Gartner prevedeva come entro il 2020 la maggiore fonte di vantaggio competitivo per oltre il 30% delle organizzazioni sarebbe derivato dalla capacità della forza lavoro di sfruttare in modo creativo le tecnologie digitali. Staremo a vedere i prossimi dati.

Per garantire un futuro positivo alle imprese e alla società in generale, le risorse umane dovranno incoraggiare le persone a considerare le loro carriere come un percorso di sviluppo in corso, passando dal semplice concetto di istruzione ad un apprendimento senza fine.
Siamo chiaramente in una fase transitoria, scostandoci sempre più dalla carriera “tradizionale” verso una vita lavorativa molto più frammentata, che richiederà adattabilità, nuove competenze e comportamenti e un senso di imprenditorialità.
Ci sarà probabilmente richiesto di lavorare in più settori, in più ruoli, sviluppando continuamente nuove competenze per essere in grado in futuro di fare lavori che ancora non esistono (l’ha già detta qualcuno?).


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