Per una start-up che vuole facilitare l’accesso alla formazione il Web Marketing Festival era un appuntamento da non mancare. La chermes Riminese è cresciuta ancora: oltre 4000 partecipanti, molti più relatori, molte più tracce da seguire, moltissimi sponsor che con i loro stand affollavano tutti gli androni e i corridoi del palacongressi.
Cosa ci è piaciuto
Ha funzionato l’occasione di networking. C’erano più o meno tutti. Chi fa marketing online è passato da Rimini in questi giorni. Le occasioni per parlare sono state tante: un commento dopo la presentazione, un caffè, una piadina.
Hanno funzionato alcuni relatori: avvicinabili, simpatici, disponibili, sorridenti. Gente alla mano con cui ti senti di poter fare un pezzo di strada insieme.
Bella la pitch competition. Si impara sempre qualche cosa a vedere gli altri fare a pugni con le slide e friggere sul fuoco delle domande. Per noi è stata anche l’occasione di conoscere altri startupper, scambiare idee. Alla fine molte delle difficoltà sono comuni.
A settare il tono dell’evento è stato Paolo Cevoli, a metà tra Cevoli artista e Paolo imprenditore. Ha fatto ridere, ma anche pensare dando il la all’evento.
Cosa non ha funzionato
Il livello ci è parso eccessivamente elementare, molti dei presenti non avranno tratto particolare giovamento da quanto trasmesso: probabilmente una scelta consapevole dell’organizzazione, vista la natura “allargata” dell’evento. Nulla in contrario nel fare un evento “entry level” per tutti, un evento che faccia cultura, in Italia c’è tanto bisogno di cose come queste, ma chiamare “base” una riproposizione delle definizioni di Wikipedia, francamente non era quello che ci aspettavamo. L’impressione è che alcuni presentatori esponessero idee e concetti scopiazzati da una semplice ricerca su Google.
Cosa ha funzionato
Pessimi tutti gli interventi? Certamente no! Alcuni relatori sono stati molto bravi ad accendere l’interesse verso certe tematiche nonostante dovessero rimanere ad un livello base. Ottima la possibilità di lasciare un rate, in modo da aumentare la qualità dei relatori alle prossime edizioni. Perciò non si può dire che sia stato un vero fail.
Party in chiaroscuro
In chiaroscuro il giudizio sulla cena/festa in spiaggia. Bella la location e piacevole l’idea di fare del networking con i piedi nella sabbia, ma l’organizzazione del buffet è stata da dimenticare: file spropositate ed alimenti che giungevano sulle tavolate alla spicciolata, scatenando una royal rumble alimentare alla quale si sarebbe fatto a meno di partecipare dopo una giornata spesa al palacongressi.
Improovo cosa si porta a casa da questa esperienza?
Fra le cose che ci sono piaciute ma che meritano una menzione a parte è stata la raccolta fondi. Non sembrava la solita trovata marketing. L’impressione che abbiamo avuto è che gli organizzatori fossero sinceramente coinvolti nella promozione della ricerca sulla fibrosi cistica. Tutto è sembrato così spontaneo e naturale che anche noi abbiamo contribuito con una donazione.
Detto questo direi che per noi è stata una sorta di team building (Viste le nostre nuovissime t-shirt?!). L’occasione per stare insieme, confrontarci e iniziare a ragionare sui mesi impegnativi che ci attendono.